Manifestazione pacifica ma determinata nel cuore della città: “Figc e Lega prima mafia in Italia”
La rabbia dei tifosi bresciani è esplosa in piazza della Loggia. Circa 700 sostenitori biancazzurri si sono dati appuntamento nel centro cittadino per esprimere il proprio dissenso verso la gestione di Massimo Cellino e la situazione drammatica che sta vivendo il club, a rischio retrocessione in Serie C per irregolarità amministrative.
Una città blindata
Le forze dell’ordine hanno presidiato con attenzione l’intera città durante tutta la giornata. Un dispositivo di sicurezza straordinario è stato dispiegato non solo in piazza della Loggia, luogo della manifestazione, ma anche presso il centro sportivo di Torbole Casaglia, la sede della società e persino l’abitazione privata del presidente Cellino, segno della tensione che si respira in questi giorni difficili.
La protesta, organizzata e promossa dai vertici della Curva Nord, è durata circa un’ora ed è stata caratterizzata da cori, striscioni e qualche fumogeno, ma si è svolta senza particolari criticità dal punto di vista dell’ordine pubblico.
Cellino nel mirino
Il messaggio principale della tifoseria è stato chiaro e diretto: “Cellino vattene”. Questo il sentimento predominante tra i manifestanti, che chiedono un cambio ai vertici societari dopo anni di gestione controversa e culminati con questa crisi che potrebbe costare la categoria al club lombardo.
Ma l’ira dei tifosi non si è limitata al presidente. Striscioni eloquenti come “Figc e Lega prima mafia in Italia” e “Giocate con la pelle delle tifoserie” hanno testimoniato come la rabbia sia rivolta anche verso le istituzioni calcistiche, percepite come ostili o quantomeno indifferenti al dramma sportivo che sta vivendo la città.
La politica contestata
Alla manifestazione hanno partecipato anche due esponenti politici locali: l’assessore allo Sport Alessandro Cantoni, in rappresentanza dell’attuale amministrazione comunale, e Fabio Rolfi, capogruppo dell’opposizione.
Nonostante entrambi abbiano espresso parole di vicinanza e solidarietà verso i tifosi e la difficile situazione del club, la loro presenza non è stata particolarmente gradita. I fischi hanno accompagnato i loro interventi, segno di una sfiducia generalizzata che ha ormai travalicato i confini dello sport per investire anche le istituzioni cittadine.
La contestazione ai politici dimostra come la vicenda Brescia abbia assunto dimensioni che vanno oltre il semplice fatto sportivo, diventando una questione che tocca l’identità e l’orgoglio di un’intera comunità.
Una passione che non si arrende
Al di là della rabbia e della frustrazione, la manifestazione ha rappresentato anche una straordinaria dimostrazione di attaccamento ai colori biancazzurri. Nonostante le delusioni e le difficoltà, i tifosi hanno voluto ribadire il proprio amore incondizionato per il Brescia.
Proprio questo sentimento di appartenenza rende ancora più dolorosa la prospettiva di una retrocessione in Serie C, categoria che il club non frequenta da molti anni e che rappresenterebbe un duro colpo alle ambizioni sportive della città.
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Le prospettive future
Il futuro del Brescia resta avvolto nell’incertezza. Il deferimento per irregolarità amministrative potrebbe portare a una penalizzazione che condannerebbe matematicamente il club alla retrocessione, con conseguente riorganizzazione dei playout che vedrebbero protagoniste Sampdoria e Salernitana.
Intanto, si parla con insistenza di una possibile cessione della società da parte di Cellino. Le voci di un interesse da parte di un fondo straniero, rappresentato in Italia dall’ex dirigente Francesco Marroccu, si fanno sempre più concrete, ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
In attesa degli sviluppi giudiziari, con il processo fissato per giovedì 29 presso il Tribunale Federale Nazionale, la città di Brescia resta unita nel sostegno alla propria squadra, sperando in un epilogo che possa salvare la categoria e aprire una nuova fase nella storia del club.
La protesta di piazza della Loggia, pur nella sua durezza, ha dimostrato ancora una volta come il legame tra una città e i colori della propria squadra sia qualcosa che trascende le contingenze sportive, rappresentando un valore che nemmeno le crisi più profonde riescono a scalfire.