San Siro: troppo stress per il prato dello stadio

San Siro: troppo stress per il prato dello stadio

Si cercano soluzioni

Un milanese classico, almeno stando a come raccontano i milanesi altrove: stressato. Il prato di San Siro lo è davvero. Ma ha le sue ragioni. Perché mai si era giocato con tale frequenza su un manto erboso che ha i suoi problemi da tempo. Problemi che risalgono agli anni Novanta. Ad una copertura che però ha modificato la circolazione dell’aria. L’agronomo della Lega, Giovanni Castelli, con una importante gestione di San Siro, difende il povero prato. Ha affermato che esteticamente non è il massimo, però rispetta però i parametri Uefa, in fatto di anti infortunistica e livello di prestazione. Quindi potremmo dedurre che non è di certo colpa dell’erba se si gioca bene o si gioca male. Tanto meno non è giusto prendersela con il campo in caso di infortuni. Il difensore d’ufficio è certo di questo: la palla rimbalza come deve rimbalzare, il terreno non è troppo duro e neanche troppo morbido, e non si spacca sotto la minima trazione. Diciamo che sta facendo del suo meglio con un inverno così difficile.

La scelta del prato ibrido

Castelli ha dichiarato che non è neanche la stagione peggiore. San Siro si può definire una specie di scatola con un coperchio, ma la presunta pessima qualità di base del terreno è un non problema. Una leggenda metropolitana: il prato è staccato da tutto quello che si trova sotto ed è un sistema chiuso. Un sistema che potrebbe comunque andare in difficoltà, dato che viene calpestato spesso. Hanno scelto un ibrido, un prato sintetico misto a naturale. Ma giocando con questa frequenza qualunque prato troverebbe delle difficoltà. Finchè ci saranno due squadre che giocano anche le coppe in uno stesso stadio, il problema andrà ancora a riproporsi. Se oltre al calcio ti piace visitare posti suggestivi dell’Italia, ecco cosa offre la Valle d’Itria.

I costi di manutenzione

Riguardo la spesa, Castelli ha affermato che una manutenzione ordinaria per una squadra di Serie A costa 100-150 mila euro. In questo periodo dell’anno non si potrebbe essere certi del risultato. Già ieri però si stava lavorando per far crescere l’erba nelle zone più disastrate, soprattutto la zona del centrocampo. Ma i risultati non renderanno il terreno tanto diverso.

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La soluzione ideale non sarebbe fattibile

Si cercano nel frattempo dei rimedi attraverso delle piccole serre vaganti per favorire la fotosintesi con la luce artificiale. Secondo Castelli San Siro ha tutto ciò che serve, tutti i sistemi più moderni. Ma si gioca troppo e questo è il prezzo da pagare. Di solito il terreno ibrido se la cava bene per tutta la stagione. Però con questo superlavoro qualsiasi ibrido avrebbe problemi. Per migliorare San Siro non serve un clima diverso: basterebbero meno piedi a calpestarlo di continuo, ma questo non si può fare.